Gli Skáldskaparmál, “Il linguaggio poetico”, si concentrano, come dicevo testé, sulle kenningar e si preoccupano di dare loro un senso raccontando i miti ai quali si riferiscono. Il Gylfaginning, “L’inganno di Gylfi”, racconta diversi miti incentrati sulla cosmogonia e le divinità principali: probabilmente non è male avere qualche conoscenza pregressa di mitologia nordica prima di affrontare la lettura dell’ Edda di Snorri, visto che non si tratta proprio di un racconto lineare, ma di un botta e risposta tra Re Gylfi e Hár, Iafnhár e Thridhi. Questa edizione Adelphi contiene il Gylfaginning e gli Skáldskaparmál, ma non il Formáli, il prologo, (del quale però viene inserito il primo capitolo in nota) e Háttatal, dove l’autore si occupava di metrica. L’opera in prosa di Snorri Sturluson si presenta come un manuale per scrivere e capire la poesia, soprattutto le kenningar, perifrasi che spesso facevano riferimenti al mito, rendendone necessaria la conoscenza per la comprensione (e la composizione) dei testi. Per me Edda è stato un tuffo nel passato, quando leggevo tonnellate di miti: soprattutto greci e latini, ma non disdegnavo tuffi in quella egiziana, nordica, cinese, e via dicendo. Puoi trovare questa recensione anche sul mio blog -> La siepe di more
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